Archive for novembre, 2007

il neretto, un buon inizio.

JUNE 08

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JULY 08

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Roskilde
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Comments (1)

milano 18 giugno

Felicità!!!!!!!

(già in saccoccia)

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disperanza (Alvaro Mutis)

"La prima condizione della disperanza è la lucidità. L’una e l’altra si completano, tra di loro si creano e si affermano. A maggiore lucidità maggiore disperanza, e a maggiore disperanza maggiore possibilità di essere lucidi. A meno che, è ovvio, questa lucidità non venga ingenuamente applicata a proprio e immediato beneficio, perché in tal caso la simbiosi si spezza, l’uomo s’inganna e s’illude, attende qualcosa, ed è allora che comincia a percorrere un oscuro cammino di sogni e miserie.

La seconda condizione della disperanza è l’incomunicabilità. (…) La disperanza s’intuisce, si vive interiormente finché diventa materia stessa dell’essere, sostanza che definisce le manifestazioni, gli impulsi e le azioni della persona, ma che gli altri interpreteranno sempre come indifferenza, alienazione o semplice follia.

La terza caratteristica di chi vive nella disperanza è la solitudine. Solitudine nata da una parte dall’incomunicabilità e, dall’altra, dalla difficoltà di stare accanto a chi vive, ama, crea e gode senza speranza (…). Questa solitudine serve ad ampliare ulteriormente il campo della disperanza, a permettere che nella lenta riflessione del solitario la lucidità faccia il suo mestiere, penetri zone sempre più profonde, s’installi e presieda i più riposti luoghi della psiche.

La quarta condizione della disperanza è il suo rapporto ravvicinato con la morte. (…). Il figlio della disperanza non rifiuta la morte; anzi, ne rileva i primi segni e li ordina all’interno di una particolare sequenza che conviene a quell’armonia che egli conosce da sempre e che soltanto a lui è dato di percepire e ricreare continuamente.

Infine (…) il nostro eroe non è privo di speranza, o almeno di ciò che in essa si confonde con l’entusiasmo per il godimento di effimere, probabili gioie; anzi, in questo modo egli ritrova quelle sottili ragioni per continuare a vivere. Ma ciò che definisce la sua condizione sulla terra è il diniego di qualsiasi speranza che vada al di là dei limiti dei sensi, o delle lievi conquiste dello spirito. Il figlio della disperanza non spera niente, non acconsente di partecipare a niente che non riguardi i suoi intimi affari".

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di fatto,
capisco cose.
che sono stati fatti degli sbagli,
che il mio dolore è desiderio,
aspettarsi un qualcosa che
is not gonna happen.
che ho perso tanto, ho perso quasi tutto,
in quest’anno maledetto.
e che stringere le mani così forte
abbisogna di unghie corte.
forse era tempo che non avessi che me.
necessità di testimoni
per frantumarsi meglio?
e sogni che consolano,
stanotte M. era con me,
stamani 220 scatole di fiammiferi,
che dieci anni fa presero fuoco.

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di certo sbronzarsi non serve,

se non a far l’ennesima sciocchezza.

necessità di togliersi da alcune cose,

‘sto blog e la rete

– tra l’altro –

mai

come

ora

perduta.

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di sonnolenza e pensieri smozzicati
di telefonate inconsulte
no, non credo in niente
e ho la faccia che mi merito
e per ombra un cane
che apprezza la mia cucina
e dà baci della buonanotte e del buongiorno
e un’assenza che assedia
salto l’uscita dell’A11
che forse vorrei proseguire
e quasi quasi il Giappone

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57 anni e quel che ha passato
lui da una settimana dorme su una sedia
sogna minestrina a un tavolino e un letto
ma ogni tanto lei apre gli occhi
e gli sorride
e questo mi ripaga di tutto,
dice.

Comments (1)

per quanto non abbia senso alcuno
trovo vergognoso
che le cose possano
Ancora
peggiorare.
Altra biopsia.

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e da quanto non ero triste – così – ?
perché questo pensiero non si rassegna e muore?
t'ho partorito nella mente,
di che vivi ?

[consuma spento e lento
il mio dolore
consuma me]
[C.S.I.]

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pessoa

Sempre questa inquietudine senza senso, senza nesso, senza effetto,

sempre, sempre, sempre,

questa esasperata angoscia dello spirito per niente

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i could have sworn

verità è che ammutolisco
anche e soprattutto con me
e che Ancora Una Volta

[I saw a light coming home]

non stringo niente

e niente mi stringe

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ha da venì,

‘a nuttata.

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Fischerová

 # 1

Non insistere su quella
che eri
Quelle linee intorno alla bocca
non sono sporcizia
qualcosa si sfascia
e qualcosa appare

La tua amara caparbietà
dove mancavano le lacrime

 

# 2

Adesso
solo quando ti addormenti
ti raggomitoli ancora
e di giorno un gatto
e di notte i sogni
ti rivelano
quel che calpesti
quel che non sai
e quel che desideri

 

# 3

E questa sono io?
Senza fame non sazia
senza vestiti non nuda
sola sotto le ali
di un cigno nero
con cui sei
una cosa sola

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i think Thom yorke is God

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Viola Fischerová

" Cominciare a vivere da sola è più che nascere. "

Comments (1)

la sua ultima parola, "saluto".

la mia, "polpastrelli".

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webcasting

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ohi-boh

così vanno le cose/
così devono andare.

eh.

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gran finale

snoopy

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splendidi nuovi errori + Kundera

la mia collezione di dolori piccini e inutili

sempre inevitabilmente gli stessi

forever&ever&ever

stupisce e disgusta la mia capacità di resettare

di rigenerarmi ogni volta cellula stupida uguale a se stessa

la coazione a ripetere sempre il medesimo sbaglio

E NON IMPARARE MAI

wenn

jeder Mal ist einmal

und

einmal ist keinmal

dann

jeder Mal ist keinmal

KEIN

MAL.

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