Archive for marzo, 2013

un giorno tutto questo

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intrisa di pianto mi fionderei sul pilone

piuttosto che l’albero poiché esso soffre

e io con lui che le pettinature non sono affare mio

frano e m’affrango e porto genti

e piani da lavoro che consegnerò aprendo la scatola

più e più e più volte violando l’altrui casa

con senso di sconfitta e di mia colpa e debolezza

cucchiaio con il gatto e ancora soffro

vorrei

morire,

ora

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in attesa che tutto si manifesti

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on demand

I vostri delicati piedini – delicati perché saggi, saggi perché delicati –

conoscono sempre meglio la strada. Sia che coraggiosamente procedano

scalzi (nudi e puri), sia che calzino ballerine o fighissime scarpe

da basket anni 50.

Charlie Parker sembra che vi soffi col contralto nelle orecchie

My Little Suede Shoes.

Non c’è da avere paura, anche se moltissimo c’è da fare.

Unite energia orgonica potente e intelletto fino,

neppure le palpitazioni sentimentali vi spingono verso grotte di paura.

Il trigono di Saturno vi indirizza alla meta.

Come direbbe Apelle: “Nulla dies sine linea”.

Perfetti.

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ébauches de vertige

c

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niente

niente

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in ispecie i neuroni

Luna e Venere a favore. Sempre più belle, soavi, ieratiche.

La vostra pelle è profumata con essenze che provengono

direttamente dall’Olimpo.

Dalle benefiche connessioni planetarie

ne traggono vantaggio anche i neuroni,

mai così rapidi ed efficienti nel comprendere. Voto 8

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la mia collezione di risate sugli oroscopi molto probabili

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nel fondo tutto questo non mi piace

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questo è il mio compleanno

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responso risonanza quel giorno, proprio,

d’acchito, di slancio dico lascio il paese

a notte mi pento e ci piango, égoiste,

che dico e dico ma non avesse lei,

io non ci sono per nessuno,

le cose che non faccio e le persone che non vedo

il lavoro è una scusa o la mancanza del tempo

non mi importa non voglio, égoiste,

il bene che gli voglio, sarà che è protezione, sarà quel che ho passato,

ma dovrei ringraziare, soltanto, che.

ho dei pensieri e dei piangiucchi per il responso e per quel giorno,

che cosa far di me dove portarmi,

che cosa sono, ormai, e chissà se è buono, in fondo,

se è proprio come se, per quanto sognicchi ad occhi aperti,

immaginando che, seppure non è andata, ma mangiati il sarebbe, stato, che.

la mattina che mi svengo nella doccia, quasi, coi sudorini, perché,

quanto mi piace, potevo farmi male, ma che buono.

io lo so quel che conta, quello che m’ha salvato,

e allora giungo le mani come a yoga, a ringraziare.

così che andremo a sud, d’italia o della francia, a vedere fiori e mare,

prima di incontrare, servire e intrattenere, decine di migliaia di persone,

sic.

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effetti collaterali

foto fatte con gli occhi

&

stravisioni

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foto

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senza dir loro io qui aspettavo una cosa non è arrivata mai

mentre coi ditini guardano le foto di assalvatore e dicono sì

io non lo so se lo so fare

io penso, tu pensa,

ma la strada la ricordo, e quanto d’altro,

le porterei, ma senza il bus, e le stradine il molo e poi partire

e in quel paese il duomo e l’altro con le ville

mi dicono dai ma non lo so se lo so fare.

io penso, tu pensa, che chi voleva vedermi aveva a vedermi,

che adesso riprendo a lavorare e non ho tempo più,

se non per mare e pesci erbi di campo piante di fico

adesso si comincia io lo so

verranno i crochi ma non avranno gli occhi

e poi le primule e le viole,

io lo so come si fa, le margherite e le veroniche

la forsizia e tutti i pop-corn

fino ai papaveri e alla cicoria selvatica,

che sarà in giugno.

io penso, tu pensa, nottetempo che non desidero più fisicamente

che manco di lucetta di standby

ma la mattina dopo, ma la mattina dopo.

dirò poi che gli ultimi due mesi felici, se lo sapessi dire,

ho dato il voto a gennaio e poi a febbraio,

penso che adesso ho la chiave

non amo nessuno che mi ami, tu pensa,

ma sono felice, se così si può dire, ascolto un amore di swann

pratico yoga partecipo a corsi di potatura olivo riceverò attestato,

io penso, tu pensa, che arrivata lassù non riconosco le strade,

quanto tempo, ma poi bruco, poi mi cade la testa, e ciaspolo in salita,

e mi ricordo di altri anni e di altra neve, e del dolore più grande visto mai.

nel campo vicino la casa hanno aperto i cancelli e costruiranno

e ci saranno gru e c’è il mio sasso io l’ho gettato gli anni fa

se non ci fosse neve potrei trovarlo e riconoscere e poi riprendere con me

i sassi non hanno colpa, i sassi, io penso.

la chiave è il libro di dm, che vuol dire era dentro, era dentro di me,

non dico mai più, di quei giorni, che infatti, succede,

ma dico, quasi stento, ad ammettere che. dico spreco

e guardo grey’s anatomy da 1×01, scaricare lentamente, ma con gusto,

e poi la munro, e poi il lavoro ha da iniziare, per quanto improbabile pare

e pure poco appetibile, come vivere con, come essere di, fammi cambiare idea.

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