Archive for settembre, 2013
lontano dagli occhi senza et cetera
eppure ho inconsulto sorriso
piacere di lavoro
un’orda di macché.
autunno incipia e mi scoiattola.
due strappate adesso fumo l’ultima
e che onder sia con me.
si può fare.
si può fare.
tenera m’è ricresciuta la pancia
e son parecchio gialla questa sera.
si può fare.
adesso smetto con te pure
si può fare
e tutto il resto del dafarsi.
le lucine nel cespuglio simil orsa
e mi son fatta la domanda
(sono io? voglio io?)
la risposta è titubante.
e dunque.
si può fare.
e che onder sia con me.
ci sarà un’ultima volta che ti guardo negli occhi
adesso ho il cloro dentro
è la mia scusa
chi dice cose brutte non ne ha
chi pensa malamente
etc.
io penso che mi mancherai moltissimo
morire a me morire a te che pare così ingiusto e necessario
non scrivermi mai più e non telefonare
non darmi strazio di dover resistere.
io penso che mi mancherai moltissimo
e sguardo fisso su cose che non diranno niente più
su punti della strada e del lavoro e delle case
e su parole usate insieme e cose da mangiare
e mezzi di locomozione ed erba piegata
così come i sedili e tasche vuote infine
lo strazio così ingiusto
e necessario
facciamo che accorpiamo due dei conti alla rovescia
facciamo che mi mordo le mani nel modo letterale
sfrignetto guardando una felcina
e in iperventilazione sto nel posto di mezzo
faccia e lacrime coperte nel north face
è stupido, penserò poi, è inessenziale, visto tutto,
che se domani porti pasticcini e palloncini
che se domani si fa finta ancora rotolando
riempiendo la moka tutta nuda
domani tiene i giorni contati
dopo di che farò fatica
tenersi insieme con che cosa (forse la testa piegata?)
tenere a te, tenero te,
domani tiene i giorni contati