Archive for miserele

mostra mercato di fiori, due volte a teatro, una dozzina o più a cena fuori,

una volta al mare con l’acquina diaccina, il tagliando, la revisione,

il cambio gomme inverno-estate, l’estetista, una nuova dottoressa,

visita posturale e susseguenti mesi due con la personal trainer

per un costo cui non voglio pensare, le prime due volte in palestra dunque

pure con la faccia mia poco convinta. iscritta ad un concorso (di lavoro).

tutto questo nelle ultime due tre settimane, far più cose che negli ultimi anni.

fino alle analisi del sangue bruttarelle, fino ad un primario visto per miracolo,

che dice anestesia spinale ma stordita, non ci voglio pensare,

per una delle operazioni peggiori a immaginare,

compilare proposta di intervento chirurgico

leggere week surgery e quindi quanto mi terranno

non ci vorrei pensare, tutto questo entro un mese,

e i cccp a bologna? rivenderò i biglietti?

e quanto tremebondo sarà mai, ma non ho scelta.

morirò? oppure resterò paralizzata, o incapace di badare a me,

e tutto quel che di treme(bo)ndo io posso immaginare.

a distrazione, e per ovviare alla disperazione,

dopo 13 anni acquistare un altro Iphone (mini e blu).

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ad accettarlo o no, io sarò sempre, più o meno, questa qui.

che non sta stare in gruppo, e forse nemmeno a tu per tu.

che teme quello che si dice, di lei, quando se ne va.

eppure se ne va, all’ora esatta.

inizio a sentire una stanchezza, però siam solo all’inizio.

metà dicembre, la fine di marzo nemmeno si intravede.

allora, m’abbatto.

per gli altri, sarà difficile, pure?

è così gran fatica, solo per me?

è stato bello, tornare, stavolta, e straziante ripartire.

anche se il bonifico, corposetto, è arrivato.

ma non basta.

finirà, se resisto, e di nuovo a casa mi dannerò come sempre.

è un vuoto che mi rincorre come luna al finestrino.

ho ripreso a sfumacchiare, e mi intristisce.

non c’è cura.

non c’è cura.

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paremi esser qui da un decennio anzichécché giorni due.

stasera staccare alle 18 e un qualche cosa, vado a casa!, partire!

sbagliare la via, volte tre! navigata navigante nu poco poco sbandante

giorni due guidare non so più, fi-pi-li l’aeroporto di pisa

ma nel senso sbagliato cogliona! rigirarsi, sconfitta, sconfitta,

ma va’? ma va’. resto qui.

coop fi mi ha dato un pranzo (che ieri ho pranzato con gli squali)

(squali? squelli!)

  • una piccola nota, alla me stessa, son stanca ma sobria, che neanche bevo mai
  • seppur non si direbbe (wordpress mi fa gli elenchi, non so dire perché)

in sintesi, ci ho già voglia di mollare (ma va’? ma va’.)

coop fi mi dà couscous a pranzo e farro a cena con minimissime forchette

pranzo vista mare, cena vista un posto al sole, anzi tg3 toscana, o forse blob.

io, non sono, adatta, a niente.

io, c’è scritto capo nel contratto che ho firmato,

ma io capo di che cosa?

stanca e sconfitta, stasera, in camera d’hotel di un freddo boia,

io stanca e sconfitta, signorina dimissioni,

io che ho appena cominciato.

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ohimé che mi carsifico.
sapevolo.
mi cacceranno o mi caccerò?
(non) ce la posso fare.
pianto con genti colleghi,
figuretta, e sigaretta.
(non) ce la posso fare,
cosa mai mi venne in mente,
d'uscir di casa, d'espormi, di parlare?
boxworks, e senza neanche l'acqua acida di condensazione.
ohimé.
non m'è riuscito il cappuccino.
ho fatto molte figurette.
di me, cosa diranno, che penseranno?
mai così male o quanto faccio io,
ma mi consola?
(non) ce la posso fare, e lo sapevo.

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