Archive for lost at sea

io non ne scriverò perché non posso scriverne

ancora per un poco scanso, scanso,

ancora per un poco, potrebbe non essere successo.

e qui mi fermo (saggia, vigliacca, vigliacca, vigliacca).

così che smisi di fumare alle 22.57 del 19 marzo

per poi accendere e spengerne una, all’indomani, fatta a mano,

per falso allarme di gente che arriva in un albergo chiuso.

prima del tempo, infatti, e adesso sogno,

qualcosa inopportuno, spavalda mi appoggio al muro,

nella realtà non farò niente, e niente ne farò.

cos’è che spinge una persona, me, da 16 anni legata a radiotre,

ad ascoltare, adesso, solo 101?

dov’è la me che ascoltava solo radiotre?

chi è la me che è persa nei cashback e nelle webcam live?

uccelli panamensi (mangiatoie), il levi ski resort,

la pozza nel deserto di namibia, trepalle (so) nella neve,

piazzaeuropa&centrale&impiantirisalita.

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scontentezza di fondo che a volte tracima in iperventolo

a volte ho un dolore che non legge l’ora che vede numeri ma non capisce

mi spiace dirlo, mi spiace, dirlo.

spinone in da groppone, nuovamente, qualche anno fa rx torace,

qualche anno fa come ora, adesso chiedo il libro con il sole impressionato

che mi sia restituito affinché forse io possa guarire.

chi deve far fossa di scolo chiede a me, mi pagherà.

ieri con persona cara valutavamo quattro opzioni

due delle quali erano morire o sopportare,

scelgo di sopportare, morire non mi va, le altre neppure.

mi vedremo.

qualcuno dice ma non mangiare dolci, che loro depressionano.

potrebbe essere vero, in quanto io oggi al ristorante

piansi giustappunto dopo il dolce, meringato.

yesterday will be better me lo dice pure brezsny

brezsny pure che non capisce un cazzo.

mi chiedo come mai.

mi chiedo come mai.

chiamare la spora mi provoca il pianto,

fin troppo, fino a dire a fine mese niente,

il cambio non è favorevole,

il cambio non lo è.

che dirne ancora.

piango da entrambi gli occhi,

la faccia rigata al volante,

ringrazio l’operaio con paletta,

la faccia rigata educata.

per quanto sia cattiva

cattiva senza le physique du rôle,

mannaggia mannaggina,

per cui mi si ritorce contro,

mi smangiucchia.

curioso il momento in cui mi sveglio guarita

dunque senza spinone

brevissimo d’altronde, realizzo e mi incupisco.

con potenziale di joie de vivre che fa impressione.

eppure.

mi sento un po’ l’amica interurbana.

qua dentro, capisco tante cose.

qua dentro,

nemmeno uno zafu per fare zazen

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adesso bevo un poco

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ah la testa bien piegata

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colleziono varie forme di scontento

colleziono trasparenze colleziono inesistenze

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d’altra parte,
  onestamente,
a chi
dovrebbe importare?

sintomomadre, il pianto mattutino,
e io non uso più parole, né i pensieri,
fino a trovarmi nei pressi del museo dell’ombrello e parasole
fino a trovarmi nella provincia di novara
avendo raccattato un polacco con cartello
cui dico maybe it’s a shortcut
la nostra via sterrata tra le risaie e le cicogne
maybe it’s not.

e fino a che quel puttanone che si nasconde dentro al macchinario
mi dice gira a sinistra mentre sono in autostrada
mi dice di girare in mezzo ai campi
melarido,
ma poi ostinato a dir sovazza è in su
finché non giro
finché non è stradina lastricata troppo stretta
dove non passerò
e non penso di fermarmi non penso retromarcia
non penso, in verità
soltanto accelero perché ho da uscir di lì
deve passare e presto anche se farà male
come se fosse hazzard come se fossi bo come se fossi luke
ho accelerato ed è passato
attucciamento al parafango e qualche graffio
però ne sono uscita.

finire dei dintorni di malpensa
dove un amico parte per lisbona
io cedo il vino peter regala la sua piuma portafortuna
potrei fermarmi in questo radunowoodstockiano
mi presterebbero una blanket
ma continuo
passo il confine con troppo vino e documenti
trasporto niente? trasporto niente
fatica e sgradimento d’ospite inattesa
collasso a sonno fino al pianto la mattina
e poi tornare a casa che non mi fa emozione.

[sai che fortuna
essere liberi
essere passibili
di libertà
che sembrano infiniteeee
e non sapere cosa mettersi mai
dove andare a ballare
a chi telefonare
ah
la dolce vita
]

è tutto a rotoli, compresa me, compressa me
che struscio i gomiti nel muro struscio la schiena nella tavola da stiro
in questa casa che non è mai stata tanto piena di carte e panni e libri e piatti
e spazzature.
che certo sono stata più infelice,
ma mai tanto perduta.
le sgarberie dei conoscenti dei passanti dei parenti
dei parenti dei parenti dei negozianti
che io piango e abbozzo e sembro il gatto mousy
che cacciavamo fuori ma lui non protestava
stava lì buono e ti guardava
così che ti muoveva la pietà,
ma io non muovo niente,
mi odio un pochino di più
perché finisco al punto di partenza
  puntualmente
perché non cambia niente e ne sono stanca
perché vorrei esser capace di morire e di lasciare i piatti sporchi
e che qualcuno bruci le mie carte
perché non sarò mai serena
neanche un po’
e chi sta accanto paga
e tamponare con chicchessia con chissacosa
infine stanca, e gli altri, e me.
dove il bisogno non placato
finirà cauterizzato.
dove i dottori mi diranno orsù piglia medicina
che da sola non ne esci.
dove il calendario francofono
ne sa molto più di me.

1 Février:
En vérité le chemin importe peu,
la volonté d’arriver suffit à tout
.
[Albert Camus]

5 Février:
On ne pactise pas avec les difficultés;
ou l’on est vaincu par elles ou on les vainc
.
[Jacques Rivière]

14 Février:
Chacun, parce qu’il pense, est seul responsable
de la sagesse ou de la folie de sa vie,
c’est-à-dire de sa destinée
.
[Platon]

5 Mars:
On baptise souvent volonté l’entêtement,
et patience l’inertie
.
[Albertine Sarrazin]

1 Avril:
Négliger les petites choses sous prétexte
qu’on voudrait en faire des grandes,
c’est l’excuse des lâches
.
[Alexandra David-Neel]

2 Avril:
Ce qu’on ne veut pas savoir de soi-même
finit par arriver de l’extérieur comme un destin
.
[Carl Gustav Jung]

21 Avril:
L’homme se découvre lorsqu’il se mesure à un obstacle.
[Antoine de Saint-Exupéry]

22 Avril:
La vie n’est pas un problème à resoudre,
mais une vérité à expérimenter
.
[Bouddha]

2 Mai:
C’est une force de ne rien faire,
mais il ne faut pas en abuser!

[Chamfort]

21 Juillet:
Si nous attendons des conditions extérieures
qu’elles nous apportent le contentement,
nous attendons en vain
.
[Ayya Khema]

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interno sera e vetrinetta
quintessenza di ogni kitch
ma è la famiglia
dolore mi si imbocca
come il bambino e l'aeroplano
uawn…uawn..
finché l'ho aperta
ingorda
e ho pronunciato la mia frase
che iniziava con Vedi
e finiva con Più.
di mezzo c'era invidia
e le mie lacrime
e le rassicurazioni
esiste esiste ancora
e io col moccio al naso a dire no
esiste solo nei ricordi
la famiglia
così ho riaperto il blog
c'è il kitch ci sono le persone
o qualcosa che assomiglia
ma ancora niente
gente che s'affaccia in visita
che sbircia il sofferente
nessuna mano in fronte
sospiri di solidarietà o di sconforto
sospiri di soddisfazione
non cambia nulla
MAI
almeno questo l'ho capito
iersera guidavo entravo in casa che non c'era nessuno
sottraevo la boccetta che avevo dato in dono
dicendo io, mai più,
per dieci qui, poi trenta a casa e dieci per sicurezza
le nove e qualche cosa
e poi alle cinque e ventuno o cinquantuno
riemergere e contare fino a venti
e poi le otto stamattina
e dopo colazione e le compresse (capsule)
bianche e due
altre dieci
e poi cinquanta di gasolio
e farmacia
ho la boccetta nuova
mi faccio un richiamino
e siamo a trenta
pensare poco e piano, lentamente,
cos'altro ancora,
vedo una lista su post-it su questo tavolo,
un uovo spicchio d'aglio olio abbondante,
non finirà mai lo strazio di una tua calligrafia.
nient'altro, o poco,
mi piace l'acqua e mescolare con il cucchiaino,
sapore che è tornato
ma lo spengersi
su tutto,
beati gli invitati alla cena del signore.
nessuno
viene
a
prendermi,
si sa.
parole spassionate o interessate,
altre, neanche morto, istinto materno che non vuole atrofizzarsi,
le mie ferite,
il bisogno d'affetto obeso,
hai superato cose che non avrei pensato,
sprecata sei nel tuo recinto,
con le date vi date consistenza,
m'era rimasto una specie di sorriso ma già piangevo dentro,
ma non gli psicocosi
che giudicano e non mi costa caro,
cinquanta invece che centocinquanta,
trenta anziché ottanta,
ognuno butta là la sua
a loro non costa niente
(ma mi sfa),
ho dentro le notti e le mattine,
e la mia schiena insaponata,
e sofferenza di distanza se sei di là dal tavolo.

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a dirla tuttttta

osceni il periodo,
la giornata,
la serata.
perso il conto dei giorni
che manco di respiri.
io,
gnafacciopropriopiù.

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tanto varrebbe vivere a mouscron

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how to disappear completely


saperli riconoscere,
seguirli,
fermarli,
guardarli negli occhi,

per poi prenderli a calci.

i giorni così.

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giorno faticoso, e siam d’accordo.

poi faccio il conto di giorni e son passate due settimane,

e come io non realizzi una situazione così banalmente e tristemente chiara,

no, non me lo spiego.

nemmeno Freud, temo.

e quel che ho scritto appena un’ora fa.

passerà come tutto, e dopo ancor meno capirò.

dormendo m’intreccio.

non può esser tutto qui, tutto così.

vorrei sollievo, pace, riparo.

vorrei mezz’ora e mezzo a sciogliere incantesimi.

vorrei questi giorni di un esatto anno fa,

quando niente era ancora capitato.

 

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pessoa

Sempre questa inquietudine senza senso, senza nesso, senza effetto,

sempre, sempre, sempre,

questa esasperata angoscia dello spirito per niente

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how come I end up where I started ?

how come I end up where I went wrong ?

you used to be alright

what happened ?

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esclusi (?) i cani

mi fa le guance rosse

che chi mi chiamava così non c’è più.

75 anni fa,

più o meno.

(ti) ricordi.

è caduta libera

senza un appiglio

e in verità

non ne vorrei.

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'cause i'm a loner

ho sempre freddo, e un pianto in gola.

(non) passerà.

è una congiura aliena,
che vi rapisce tutti?

3,80 dall’aeroporto alla stazione
autobus 21 seconda fermata
tè (space)cake e l’ovvio altro
a tu per tu col pesce gatto
e giorni con la testa piegata
a spasso in tram
con pena e oblio

è solo questo
che vorrei.

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ho tristezze

da professionista.

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nei giorni senza una ragione

da bach agli unkle il passo è breve

mi conosco mascherina e non m’inganno

perlopiù una rabbia molto richard ashcroft in quel video

dopo giorni bart simpson versus criceto.

penso a una spugna,

spugna dei piatti verdolina

ha da esser secca vuole così.

gamba grattugiata dalla quercia

un souvenir

e consegnerò le chiavi agli irlandesi

e spiegherò la casa e la piscina

e un po’ tormenta

se sapran prendersi cura delle piante

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sgoccioli

un’ultima luna più o meno come l’avevo prevista

bagno in piscina forse già sabato scorso

e un fuoco acceso

e tornarsene a Casa.

succedono piccole cose che danno respiro

che solo l’inaspettato mi è gradito

una cartolina, una mail,

co-incidenze.

ma

oggi soffro assenze,

etimologicamente deficiente

che sono.

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pain processing

forse c’è qualcosa di morboso nel restare in una casa già venduta infestata da scorpioni

ma nell’altra ancora non riesco a tornare

e non che non ci provi

oggi, ad esempio,

e un crollo.

e so che dovrei fare,

e pure quel che farò.

ma

adesso,

– e ancora –

– per un po’ –

mi lascio piangere.

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