Archive for agosto, 2010
aggiungo preferiti.
leggo blog,
faccio mente locale sui giorni a venire.
venerdì ritorna la famiglia genovese.
dunque ilaria, brunino, stirare, piscina, caldaia,
lenzuola, guanto e presina.
aspetto che la giornata passi,
chiusa in cantina,
un poco a fumare,
occhi che bruciano,
maledetto pc.
c’è un foglietto di mio padre
con su scritto jack tati
ci aggiungerei jacques,
subito sotto,
e due tre esclamativi.
tu l’avresti fatto,
e ne avresti messi cinque sei.
voglia di far nulla,
o peggio,
possibilità,
di fare nulla.
mi hanno chiesto di dar nome a una cosa,
e non so.
per via dell’ozioso mio giocare con le parole,
dammi un nome, dacci un nome,
ma su commissione, non riesco.
la parola orrore esiste.
il freddo ai piedi,
ci scambiamo messaggi disperanti
che dicono bere, bere, bere,
che dicono oh mi facesti felice
oh ma anche tu
e molto soffrire
sìsì anche tu
è strazio infinito
ma anche il mio
non c’è cura
nono non ce n’è
ti ricordi?
ti ricordi?
ti ricordi?
sìsì, ci ricordiamo.
abbigliamento, luoghi, date,
dinamiche, e le parole,
benché spesso male interpretate,
o a proprio uso.
pare non possa abbandonarci
l’autoreferenzialità, nemmeno adesso,
ti ricordi? la bottiglia l’albero la luna la tua quercia
la finestra e sul terrazzo e quella sera
nella macchina, ricordi? ricordiamo.
Anche tu. E mi fai ancora.
Occhi socchiusi realtà si può
trasfigurare, gioco dei bimbi
che funziona. Mi puoi dire è
finita ma lo scalino freddo è lo
stesso, e quel che provo, è lo
stesso. A chi importa se non
sono occhi ma semplici
bottoni? Non a me.
proprio non riesco
a rileggere qua sotto.
ho pascolato abissi
come mai prima e mai così,
senza ragioni a giustificare.
quasi mi morse un cane
e quasi uccisi una persona.
oltre me, s’intende.
davidfosterwallace,
sempresialodato.
definisco fondo
l’aver sperato ieri notte lungolago
che mi si aggredisse
e frantumasse testa sulle pietre
e mi si buttasse a lago
finalmente
essendo io incapace di attuar cio’.
questo e’ quello che io definisco fondo.
il tuo messaggio 5 e 57 vuoto
la mia vita in rewind
la nostra storia
vista con la fine di poi
la mail della zia paola
cui manca mamma e si vergogna a dirlo proprio a me
e dice spero che con m l’amore proceda e bene
che questo conta nella vita
i
sentimenti
le avrei risposto ziapaola
son sul lago di ginevra
che mi fa voglia d’ammazzarmi
quale amore quale
non sai le cose che non sai.
questo io chiamo fondo
ed il dolore e’ mio e lo gestisco io
e mai sentita solitudine piu’ atroce
ma e’ che nessuno puo’ aiutarmi.
questo io chiamo fondo
nella stanza ventiquattro
di un ostello di montreux.
grazie a dio o chi per lui
che non ho generato nulla,
io.
graazie a dio o chi per lui
fammi sola
per sempre.
faccio fatica a immaginare
giorno o momento peggiore di questo.
se stasera il lago non m’ha avuto
e’ per quell’uomo solamente-
sentire la tua voce
e il contenuto.
son finita e non m’immagino
piu’ finita di cosi’.
zombie a milano centrale
piangente di nuovo sui treni
vicino lucca avrei iniziato a urlare
urlare e urlare solamente
che mi portassero a somministrazione di un bel tso
ma lo psichiatra non risponde ne’ al messaggio
e io non so piu’ ch e fare
come soccombere piu’ di quanto stia facedno
momntreux montreuxq montreux volevo dire
quell’uo mo buonwww.no capirebbe lo so bene
che mi perdonerebbe la sciocchezza
io non lo so come andrae vanri avanti uuin queste condiyioni
,e’ m
e’ la tastuera che vanbeggia mica io.
tu dici che e’ finita che non ami piu’
che e’ sentimento autodistruttivo
twww.ti c’ü ti c’e’ voluto a te per accorgertii eh
io il salvaita non ce k’ho purtroppo
io devo recarmi nella stanya ventiquattro adesso
d
salire su sul letto alto
e domani ris
so
rossinieree
ci sono pietre e laghi la’ fuorirrr
con bestie strane o sono boe
e fioriture alberi col cartellino
come stamani all’orto botanico di pisa
che finaccia che finaccia
per terra c’era no le fluoxetine due
trorno a csa e ricomincio
perche’ uscire non si puo’
e io non so come andare avanri
e io non voglio piu’w
non sia mai detto che io rinunci a un viaggio.
piuttosto dormitorio negli ostelli
che ancora mi mancava.
montreux e friburgo, non sarà mai peggio
della t6 in quel treno sconcio.
mi perdonerà l'amico andrea
se rinuncio a de Staël per rossinière.
pisa-milano-montreux
montreux-rossinière
rossinière-friburgo
friburgo-milano.
venerdì si scende l'italia,
venerdì ci si posa, lo giuro.
niente mac stavolta
scarponcini montagne laghi escursioni.
un'ultima raccomandata stamani,
ma che disgrazia, tu tornassi,
esser da capo, e senza orizzonti.
this is the time
to take you the silence,
noiserv docet.
sto pensando di:
prendere un treno fino a milano (31),
domani,
poi malpensa express (11)
poi l’aereo fino a lisbona (96)
macedo b&b (39)
living lounge hostel (35)
tomar coimbra nazares (0)
ritorno trenonotte fino a hendaye (30)
tgv fino a parigi (6)
tgv fino a torino (6)
espresso fino a pisa centrale (36)
con arrivo alle 4:13,
6:04 a lucca.
nella sua/mia follia,
risparmierei rispetto alla svizzera francese.
e tutto per non lasciare intonsi tre gg d’interrail.
beh, bah, boh.
s_finirsi.
ieri dovevano arrivare quattro e mezzo
16:38 vomitavo in un’aiuola
16:50 17:17 17:22 17:24, di nuovo.
arrivarono alle 6, guasto elettronico, cane calmo,
io m’ero addormentata sulla sedia a dondolo
sembravo dario argento
per poi s_finire a casa
minestrina con stelline vomitata
e sorsi d’acqua e vomito e dvd del portogallo non funziona
le luci della sera e non riuscivo e poi dormito
per sognare blog e commenti
ai primi tre la tua risposta e allora?
al quarto un cuoricino.
poi la foto ingrandimento
di tua moglie col pancione.
se mi sono rovinata.
sentimento o ostentazione
atea e mistica si cerca religione
praticherebbe dedizione
a pro di chi o che cosa
io prego solo paolofox che dice buono
e pesatori:
La foca vi guarda, stupita.
Cosa ci fate qui, si chiede,
come siete finiti qui. Quale
genere di corrente seguite,
quale nuoto controcorrente,
per arrivare alla roccia
deserta, allo scoglio sperduto.
La foca vi fissa, un attimo
incerta, perché si trova di
fronte un altro occhio di foca,
il vostro, e alquanto smarrito.
Nel vostro vagare siete un po’
come Latona, che nessuna
isola voleva: l’accolse solo la
poverissima Delo, a partorire
Apollo sotto la famosa palma.
A quel punto, in quell’isoletta,
tutto divenne d’oro. Così voi.
State per generare ricchezza,
prosperità, qualità, amore.
Ma proprio nell’angolo di
mare dimenticato da tutti.
non so se andare a rossinière
qualcosa mi dice che non troverò lucien
né l’uomo del bosco né i suoi trucioli.
nemmeno viene in mente di chiamare aiuto,
mai,
solo che ieri teatrale invocavo la morte
tra bestemmie
mio padre metteva pasticche di cloro
diceva per così poco
faceva il vago
ma soffriva
e tutto quel che su me posso inf(i)erire
non tollero subisca un altro
non lui, di certo.
disse a settembre ti porto dallo psichiatra basettoni.
io schifo ormai quel che comincia in psic.
la psiche mia su tutto,
e me.
perché non è,
che non mi veda,
adesso,
sporca, la casa sporca,
l’iniezione letale all’amicizia terminale,
i sudorini tachicardici,
s_finita da una storia
che non aveva a cominciare.
mal voluto
non fu mai troppo,
e allora,
a continuare.
colla vinilica.
ti ho mandato quattro lettere
t'ho fatto dei collage
degli origami
e ora m'appresto a ricamare
a punto croce.
non si capisce più se è amore
o se è art attack.
non ho mai amato nessuno
così tanto
così a lungo
così bene
ma cosa voglio,
i bollini?
le sue storture, voglio dire.
sogno nel primo sonno forse dovuto al tonno:
assimilabile all'altro sulla ferrovia
di nuovo notte fonda ma su strada e con la spora
a tentoni col piedino per tastare il precipizio a lato
lui aveva l'accendino e caldo ma non avrei chiesto d'accenderlo per me
se arriva una macchina m'illuminerà la via
ma forse mi travolge pure
ah ah ah chiederei qualcosa di un po' più raffinato
da decifrare.
la pimpi ieri è caduta in un burrone
o meglio cascata su cascata
ha rotto qualche dente e la zampa
forse rimane zoppa è ancora sotto sedativo
ha aperto gli occhi e m'ha scodinzolato
nemmeno voglio pensare nemmeno voglio
l'aridità che sento verso le persone scompare con i cani
allora sento qualche cosa ancora
la giovine pimpi ammemmi vuole bene, ricambiata.
svegliata molto male
non ho pulito né stirato
ma tuttipazziperamore che ammemmi piace
balestrieri che andava a giro con l'accappatoio
intrattenendosi con leopardi
m'ha fatto ridere
di cuore
dopo giorni.
cos'altro,
supermercato, posta, pranzo con papà,
adesso salgo il monte e metto a letto
domani parte ilenia e arrivano un cane di otto anni, calmo,
insieme con françoise et pascal,
che ha scritto
le auguro un'ottima ricezione del bonifico.
voglio veder la faccia.
faccio cose
ma non vedo gente
tranne papà, aka il tenero g.
dormito undici ore strettastretta a kaloo e strani sogni.
la banca, la posta, l'ufficio.
poi comprare le arance, pulir casa, stirare.
scriverti sulla carta da lettere delle medie.
l'ultimo bacio a napoli centrale ce l'ha interrotto uno stordito
chiedendomi se aveva a obliterare il suo biglietto
come potevo non rispondergli
e tu l'hai rinfacciato in sms appena son partita
hai smesso di baciarmi per rispondere a quel tipo
piccino mio tutto scemetto nella testa
il malatino mio di mente geloso delle nuvole
di sguardi obliqui e di silenzi dove non penso niente
e chi m'interroga sui vicini in frecciarossa
sul tipo del distributore che baccaglia
su cosa mangio e cosa ho indosso
e se ho chiamato qualcuno o se m'han scritto
e se ho sognato qualcuno al posto tuo
e chi s'arrabbia se indosso la camicia bianca del primo appuntamento
nella sala d'aspetto del dottor m?
e chi s'immagina che ho una storia con marisa l'eremita
che disse andiamo, porcoddio mentre parlavo nel telefono
e tu sostieni ch'ella abbia detto ti amo, porcoddio.
che nostalgia.
uno di quei giorni che non funge niente
che si guasta l'apertura facilitata del mio kinder,
pure.
fosse per me, non scenderei,
ma
scenderò.
l'aci mi sa che m'ha fottuto,
e ilaria, vagabonda!,
che tanto si ricompra.
fanculi.
angeli custodi che sfamo a bestemmioni.
a hendaye andò poi bene
una granbotta di culo a dirla tutta
poi mi salvò la conoscenza del francese
poiché le merde rispondevano secchi no
ad altri in interrail di lingua inglese.
t6 mista con dentro solo me e un po' di paura
ma poi montò ragazza marocchina
un anno e cinque figli più di me.
notte assai suggestiva
arrivai nel pomeriggio
l'erba del ticino è assai più verde
oh doccia e lavatrice
ma poi la spora fa cadere braccia e tutto
così riparto col sopra del pigiama
pantaloni bagnati addosso
ed ora dove vado
bellinzona
reggendo il cuore nel tragitto
attacco di nonsenso e scoramento
singola all'albergo moderno, sempre gli angeli,
poi stamani ho riportato il cavo della digitale Stupida
adesso como milano firenze e la casa
il tempo di pulire cessi e letti
tre giorni d'avanzo, se riparto.
ma riparto.
define: 18 agosto 2008,
il fumo,
e le rose.