alla fin fine il mio culo mutandato in pavimento marmato
formicolo comme d’habitude iperventilatrice
nella cornetta comme d’habitude supplico un’ultima l’ultima parola
alla fin fine la voce fuori campo aspra della proprietaria
il clic in faccia si fa déclic
la schedasim nuova mi toglierà il problema.
è che nemmeno riesco più a pensarci
non sento niente niente, non sento NIENTE.
due giorni dopo uno pseudofattaccio coinvolge l’amica
sapervi fare cose che avrei voluto fare io
alla fin fine con proposta di fare al posto mio
una cosa mia, a cui tenevo parecchietto,
stamani grido alla cornetta non ti perdonerò mai
ma la perdono si suppone, le annacquo le piantine domattina,
ma che frattura, più che esposta, la donna cicatrice,
la donna muco, cammino per sei ore in sfinimento,
tra bosco e mare palmaria tino e tinetto,
in autostrada m’abbocca il primo mio colpodisonno
alle sei mezzo pomeriggio,
ma tutto passa, pure questo.
per te, non sento niente più, adesso vecchia schedasim,
tu mi sei morto parecchietto, non mi sei neanche mai esistito.
entrante in montemarcello, diventa casa, lo sapevo,
la gente gentile, la gente meno, la gente sola e strana,
mi manda su sentiero ee escursionista esperta, al rischio della morte,
o di superazione, perdono mai, perdono più,
se salto staccionata d’orto botanico elettrificato,
diciamo è stata una buona giornata.
stamani nove e dieci già due discussioni,
mi aumentano l’affitto e forse diparto,
diparto per sempre, ci sono cose che paiono importanti,
eppure finiscono sfiniscono difficili persino a rammentare
t’ho amato un anno intero e qui ho vissuto quindicianni,
suvvia dipana la manina e lascia andare.
via senza uscita, oppure sì.