Archive for patetismi

perché recarsi nei centri commerciali

per poi piangere nei centri commerciali

nei parcheggi

sulle autostrade.

non ce la faccio a passarlo di nuovo.

regredire fino a: inenarrabile fatica, non uscire, più, del tutto

dormire al pomeriggio due ore e diciassette

dormire pure oggi fin quando il terremoto.

io dalla rabbia mi strappo la maglietta indosso

letteralmente, dottore, stracciarsi le vesti.

questo il punto, a questo punto.

dovevo uscire il treno la lezione le persone, tutto questo

non è più, nelle mie possibilità.

dovevo uscire la spesa le bustine al gatto il pacco a casa

non è più, nelle mie possibilità.

di nulla più sono capace

a n e d o n i a

di niente, mai, stata, capace

e certo non di, attraversarlo, di nuovo.

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patetismi

foto

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Ho quasi stretto amicizia con un vecchietto che incontro sulla Fontanka alla stessa ora di ogni giorno che Iddio ci manda. Una fisionomia così interessante, così pensosa; egli borbotta continuamente sotto il naso e agita la mano sinistra, mentre nella destra tiene un lungo bastoncino di canna dal pomo d’oro. Anch’egli, però, mi ha notato e mi dimostra una sincera simpatia. Se capita che io manchi un giorno, a un dato punto della Fontanka, sono certo che diventa malinconico. Ecco perché talvolta siamo lì lì per scambiarci un saluto, specialmente quando siamo entrambi in buona condizione di spirito. Poco tempo fa, dopo essere stati due giorni interi senza vederci, ci siamo incontrati e poco è mancato che ci portassimo la mano al cappello ma, per fortuna, ci siamo ripresi proprio in tempo, abbiamo lasciato ricadere il braccio e, con un gesto di simpatia, siamo passati l’uno accanto all’altro.

[…]

Ero pronto ad andarmene con ogni carro, a partire con ogni signore dall’aspetto rispettabile che noleggiasse una vettura; ma nessuno, assolutamente nessuno mi invitò, proprio come se mi avessero dimenticato, come se per loro io fossi soltanto un estraneo. Avevo camminato molto e a lungo, tanto che, secondo la mia abitudine, avevo finito di non saper più dove mi trovassi quando all’improvviso mi resi conto che ero arrivato alla barriera della città. In un batter d’occhio diventai allegro e, attraversate le sbarre, mi avviai tra i campi seminati e i prati; non provavo stanchezza, ma solo sentivo con tutto il mio essere come se un grosso peso mi stesse cadendo dall’anima; tutti i passanti mi guardavano con tanta cordialità che parevano sul punto di salutarmi; tutti avevano l’aria allegra per qualche motivo e tutti, dal primo all’ultimo, fumavano dei sigari.

Le notti bianche, Dostoevskij

 

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sogni e sintomi

nel primo soccorre il subbbconscio lenisce

abbraccio l’anziano sarò ri-sentita

un lieto fine m’invento e mi procuro

ma non andrà così.

eppure fece bene.

oggi dormendo al pomeriggio

mancan due giorni e tutto fatto

bello no dice il papà

e io beh insomma

magari problemi stan per schiudersi

era meglio adesso, nel caso.

subbbconscio malandrino

ma è la mia disposizione envers le monde tout le monde

(de merde, ça va sans dire).

mi dice il fratello il trucco è essere felici nonostante

(euro centocinquanta o migliaia 730 carte rubate giochi sottratti

piatti d’aspirazione dolphin 2001 api arrabbiate uccise borchio in fronte)

 

io penso per lo più  non ce la posso fare, per, lo, più

che son marcita

non osino vieppiù le amarene zuccherate (rovesciare)

la mano macchiolata dai malli di san giovanni

un chiodo di garofano scorzette di limone.

 

io penso, per lo più

 

ieri sbagliai

le croste stagionare

altrimenti si riapre

non t’ha insegnato niente

sorella infanzia di amici immaginari di super tele

contro il muro contare e contare

e non contare più

 

io penso, per lo più.

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ah, la tachicardia

ah, la brachicardia

se trentabbisogno alle 2 e trentasei

dopo aver sognatomi amante donna ma da poco

ella morta su strada allagata & in fiamme

a pochi giorni dall’inizio dell’ammore

in letto mi dilanio con ex che mi detesta e mi consola

nell’acme del dolore scorrono scritte sopra la testiera

è un quasi impazzimento

è che ho gli stinchi diacci e un gatto che tormenta

e che sculaccio e fuoriesco e poi reimmetto.

la risultanza mattiniera è che non respiro bene.

altri sogni pregni pregnanti di così facile lettura

ma ormai dimenticati.

diligio e lavo i piatti ho tutti i miei malanni giro giro

adesso riso in bianco

adesso cinque gradi

stanare il paradosso nottetempo

 

adesso fumo un poco

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suppongo si dimentichi

e che ci sia già stato un oggi un ieri come questi

friburgo e montreux su tutto

o il 1994

e quant’altro e quante altre

a uscirne avrò qualcosa a ricordare un cammeo un momento

è stato david foster wallace un tempo faccina arancione di un ovetto kinder

trovata e conservata e i radiohead i cappello a cilindro

una canzone di ciampi nel parcheggio di là da fiume

e molto altro molti altri

che forse si dimentica altrimenti chioserei mai come ora

e s’è spostato ben oltre le parole

è questo il goffo tentativo infatti

ben oltre le persone i psicocosi e psicocose

persino la poesia se spulcio gualtieri e bachmann

nulla che dica niente

la vite che si svita è sempre quella

vorrei imparare ora e orrore come questo non provarne più

ma forse si dimentica

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scomodo le gocce
comode le gocce
peccato le abbia diluite
e che lui non le abbia ricomprate
mi son gabbata in questo modo
eh eh.
eh eh stocazzo
dormito ad ogni modo
sento male sento il male
padre portami a cena
raccontami di te di chi t'ama
di chi prende l'aereo per te
e io la faccio lunga
lo so che è nel diritto
vado a sentire della diffida
al fine di pervenire
ad una bonaria definizione
della vertenza.

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scelta d'azzardo preso i due gatti
semiselvatici essi non m'amano anzi mi strillano o forse li strizzo.
non ho più nessuna qualità, nemmeno l'arte di addomesticare
che fu la mia arte migliore non ho più la pazienza l'attesa
li acchiappo e mi soffiano adesso son di là quello nero
creduto femmina nella cesta col maglione mio blu
il maschio grigio perla disperso
essi son sporchi di sporco di casa son grigi lanetta come tutti i gatti
nella notte, ovviamente, m'ameranno? e perché non lo fanno?
e perché questo mi dice, di nuovo, cose su me?
non m'amano perché io non valgo la pena?
ma come sto messa? così? ma si può?
non farò mai passi avanti, se colleziono conferme,
che poi non ricevo, se tanti m'amano, m'amerò pure io,
se nessuno mi ama, nemmeno i felini, e,t,c,
non che non veda, ma serve?
perché mi viene voglia di riportarli a casa loro,
dalla loro prima proprietaria
e io che li strappavo e lei che diceva bacini bacini e li baciava
e io mi sentivo UNA MERDA una rubagattini
e questi neanche m'amano e la lettiera profumata mi sdegna
eppure ho comprato croccantini -1, scatolette con le stelle,
è così che mi compro l'affetto? perché di ogni cosa devo far corollari?
ma come sto messa? così.

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sto piangendo tuuutto il giorno
il primo libero
con la mia Consonante preferita
e poi con la ragazza delle pulizie
e poi con la cognata
e poi da sola
e adesso basta, si può dire?
stamani due comuni un centro per l'impiego
l'informagiovani mi spedirebbe verso la camera di commercio
domani forse il suap è aperto
e poi il dentista
e sono trista accidentaccio
presumo sia stanchezza
accumulo dei giorni
eh se la faccio lunga
è il lavorare, bimba mia,
ci sono i genti sui lavori
non sapevi
ci son da fare i cappuccigni
e poi gli ometti non sanno spiscettare
se aggiungi latte freddo allora monta m'hanno detto
il tipo che faceva foto e io che lo chiamavo e nemmeno si girava
ho pensato è narcolettico
che poi neanche alla moglie rispondeva
maria m'ha detto aspetti che ti dica poverina?
maria mi dice se piangi coi turisti così raccogli mancia
ammaria sa niente dei miei buchi è vero dovevo fare il secondo itinerario
non me la son sentita
è vero apro la cassa mi sbatte sulla pancia
se non imparo la distanza
e non la imparo, la distanza,
poi che sparlavo dei genti e loro erano dietro
e mi facevano gli occhiacci e non capivo
e se mi fanno le battute non le prendo
è l'emozione, la paura, la certezza della mia inadeguatezza
che spenge il mio cervello e non capisco
cosa ha detto? quale mai l'interruttore? e se lascio tutti al buio?
e se qualcuno cade e muore?
mia ma donna, se si può,
con loro che chiedevano la musica
ho detto è tutta triste quella che ho
e poi piangevo con gli ueh
e loro pensavano scherzassi
madonna altro che piangere
il cappuccino d'orzo i livornesi
i genti i genti i genti e me
che stavo bene in casa che stavo bene a letto
senza mangiare e senza i genti
senza dovermi misurare,
senza stoffa.

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quali corde?

anziché piangere
che il mio papà mi paga la benzina
pagherà rate per la macchinina
e la mia amica paga cena
l'amico presta i soldi per natale
anziché piangere
bisogna
venda
le mie cose
e fa tristezza
ne ho trentacinque
spesi male, spesi tutti.

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lustrare gli occhi che hanno pianto
e fazzoletto bianco
su una strada
gli dico m’ammazzerei
non fosse per te
qualcuno disse un giorno
magari starà meglio senza te
gli dico che la mamma ha vissuto male
è morta peggio
e io a seguire
e continuo a dargli i baci del saluto
sulla strada la gente che passa e che si gira
lui dice ma guarda che curiosi
al terzo doppio bacio scherza stamani abbiamo pomiciato
io sto male dico e non sarà mai diverso e non sarò mai diversa
son trentacinque anni.
e sto su un treno regionale
poi altro treno altra regione
e un altro ancora
e una città
e un’altra
un treno
e la mia destinazione
e dopo centinaia di km
fino ai grigioni.
in treatment docet,
posso osservare gli altri membri del branco
con il mio binocolo
ma non me stessa
c’est-à-dire
ce n’est pas possible
osservare se stessi,
con un binocolo.
tu pensa.
cinquantacinque gocce e le ho finite
e uguale non m’addormentavo
pensavo
ma quand’è che son stata felice in vita mia
e rispondevo
la nonna e le focette
la casa vuota e agosto
gli amici
la natura
l’amore ai prezzi della verde
la pena che non vale mai momenti di nonessere di malessere d’ansie.
e quindi mai nella famiglia.
direi che è Tutto dire.
ci son persone che non son capaci
e son di quelle
che non avranno sposo né famiglia
che stanno male sempre
e fanno stare male gli altri,
e son di quelle,
con quattrocinque mesi sotto medicine.

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la voce del verbo vomitare.

[………………………..]

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quartultimo quarto.

finirà ogni rimedio
come tutte le cose.
sapevo l'effetto lo supponevo
ma provarlo, sentirti, sentirlo,  lo strazio.
disciolgo, m'inguscio, blabla.
a yoga ero quella
che ha pianto di più.

Comments (7)

ho girato e rigirato (senza sapere dove andare).
l’increscioso mio regalo frutto di tanta gioia
ricevuto con indifferenza o sprezzo
promuove i multipli di quindici.
in uno dei giorni
più
brutti
dell’anno.

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a ritroso, a ritroso,
quant’è che non stavo bene?
a mezzogiorno il primo risultato
ma io LO SO che muoio
anzi tiro una crepa
no non gli dico niente no non gli dico niente
e invece poi scomposta frignavo
dicendo cose al cane tipo ruggi ci vediamo in cielo.
pensieri oziosi sarà così per tutti
che ne sarà di farmville
tra qualche tempo splinder qui metterà gli spot
è il caso di guardare quel diploma di laurea stagionato?
ha senso ordinare il gpl?
fare la pulizia dei denti?
morirò? morirò? morirò?
c’è mica niente dopo?
c’è mica quelo in cielo?
a chi mancherò?
e chi mi mancherà?
e più i miei libri o le persone?
a nessuno sono necessaria.
gli ho detto mi spiace d’appoggiarmi sempre a te
speravo di riuscire a non dir niente
ma m ha detto che avresti capito solo a guardarmi in faccia
e lui
nemmeno quello serve
m’è bastato vederti di spalle
e poi dice si sanno i fattori di rischio
la dottoressa che è normale m’impressioni
ho avuto tanta stanchezza
poi non mi vengono le parole
di niente mi batte il cuore
amen.

Comments (2)

ma senza schiocco di parole
che sciolga gli incantesimi catttttivi
ho mal d’insonnia
e non ne scrissi
del notevole bergman che notevolmente mi turbò
la stanza il secchio e il cencio
lo stremo saluto
dolore è gatto e fa gli agguati a ogni cantone
mi ficca unghie e allora ti ho telefonato
per quello schiocco di cui sopra
mi sussurravo ad ogni squillo a vuoto
non ha importanza (uno) non ha importanza (due) non ha importanza (tre)
o ne ha tantissima, I suppose.
oppure stiracchiare sudorazione serale in notturna
quattordici gradi e tremo e sudo
allora ho l’hiv linfoma e tbc
ma non lo schiocco, no.

pare non dorma più
kaloo ha una morbida zampina (nella mia)
ed una tasca sul davanti
perché possa tenerlo al petto
ma dal lato giusto.

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mi risana – parzialmente – il lunedì
ma un altro di questi finesettimana
sono sicura che mi ucciderà.
notti passate a sillabare
altrui parole a persone altre
ma a cosa serve a cosa
che cos’avrò mai da infierirmi contro
e così tanto.
chi mi cancella quel che è stato?
finito novelli, iniziato erri, finito erri,
proseguito parise,
due brutti film, sex & the city, i tenenbaum.
distretto di polizia.
mangiato molto poco e malamente assai,
nessun essere umano nessun avvistamento
nessuna parola pronunciata
con la voce.
fisicamente molto male,
fisicamente pianto tanto.
non troppe sigarette,
troppi messaggi con ricevuta di ritorno.
stamani al centro dell’impiego,
ella non mi ha pagato ripetizioni di francese
cinque lezioni due anni fa,
ma non ha detto niente e io nemmeno,
ricordò mia madre a figurella
e io ne ho pianto un poco,
consiglia l’estero e mi fotocopia la patente.
ho sognato che ero a capri per il palio,
la mamma, un sacco d’altra gente,
così supplisce il sogno all’asocialltà presente.
ho tanta, ho tanta paura
di natale e capodanno,
che già mi fanno piangere
le emiliane barilla nella pubblcità.
ognuno ha i dolori che si merita,
e gli animali, pure
(due cavallette tra il retino e la finestra
svernano e mi sono compagnia)

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patetismi,
raccolgo punti tenerezza
un pianto in pubblico ne vale almeno cento
solo con lui non voglio e aspetto
però è tornato indietro a prendere il telefono
la faccia come gelato mi colava
che piango sette lacrime alla volta
passavo cose senza guardargli gli occhi
come se ciò bastasse
ma non ha detto nulla
e adesso vola per la cina.
patetismi,
ho i polpacci slogati
perché ho rincorso un aliscafo
sul pizzolungo carezzavo piante
e ho mulinato braccia per la gioia.
patetismi,
chiedere le prove o i coniglietti,
se niente niente niente arriva,
se arriverà
è solo perché ho chiesto
ma ho perso il senso
ho perso senso e direzione.
patetismi,
guidavo a lucca e davo pugni sul sedile
per scacciar via la frase di un diciotto giugno,
di cosa oscena a dirsi nessuno è stato tanto,
che non a me,
ma a lei l’hai scritta.
patetismi,
penso che la macchina sia morta
perché non le volevo bene,
e che il telefono sia morto
perché non mi voleva bene,
il resto
non si dice.
patetismi,
spero che arrivi droga ad attutirmi,
gli occhi non vanno
di più non so e non voglio,
chissà se han visto tutto,
la casa barbona ma solo se un barbone avesse casa
schiena scoperta, freddo di poco sonno,
mi sa che ho  i  p a t e t i s m i.

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