Archive for settembre, 2007

nei giorni senza una ragione

da bach agli unkle il passo è breve

mi conosco mascherina e non m’inganno

perlopiù una rabbia molto richard ashcroft in quel video

dopo giorni bart simpson versus criceto.

penso a una spugna,

spugna dei piatti verdolina

ha da esser secca vuole così.

gamba grattugiata dalla quercia

un souvenir

e consegnerò le chiavi agli irlandesi

e spiegherò la casa e la piscina

e un po’ tormenta

se sapran prendersi cura delle piante

Lascia un commento

this is not a love song

schivo sassi e rospi inforco gallerie

mentre nel fiume gialllo topinambour spike lee gira un film

e thom yorke vuole essere mio amico.

strada dissestata scarificata abs che gratta

per arrivare a far manovra

risalire il poggio attraversare il cespuglio di lavanda

scavalcare la staccionata

e casa.

un po’ triste, un po’ no.

dissestata.

dissetata?

Lascia un commento

please remember

mal voluto

non fu mai troppo

Lascia un commento

sgoccioli

un’ultima luna più o meno come l’avevo prevista

bagno in piscina forse già sabato scorso

e un fuoco acceso

e tornarsene a Casa.

succedono piccole cose che danno respiro

che solo l’inaspettato mi è gradito

una cartolina, una mail,

co-incidenze.

ma

oggi soffro assenze,

etimologicamente deficiente

che sono.

Comments (1)

i sogni son desideri

Lascia un commento

concerto per due violini, archi e basso continuo BWV 1043

Bach è la mia pioggia di rane.

Lascia un commento

Lascia un commento

A1

 

a1

dacci oggi il nostro pianto quotidiano
per un viaggio a milano
un dottore silenzioso
speranza scende e giù con noi non torna
per un quelo e un nonno che non ci son più
una casa in vendita venduta
un camino spento
due noci che han tagliato
un topo pressoché investito
una telefonata a cui non son mai preparata
come se fossi in viaggio
da sola da troppo tempo
e non più casa o cosa a cui poter tornare

Lascia un commento

sabato sera

da manhattan al pronto soccorso

lei distesa e centrale in quel bianco è istantanea che non vorrei scattare

quasi corriamo dietro l’infermiera, corridoi lividi e deserti,

surreale come quel film di sorrentino, 

lali puna in sottofondo.

poi esce fuori in vestaglia,

si appoggia al muro con una gamba piegata,

fuma,

ed è bellissima.

così malata,

e bellissima.

Lascia un commento

orb?

orb

Lascia un commento

oppure

fotografo cose che non ci sono

paiono giraffe, saranno orb, oppure anime, o pensieri

e come fanno le canzoni a scomparire

magari ogni supporto ma qualcuno saprebbe pur sempre suonarle,

e/o cantarle.

il che spiega ogni mio strazio, e non poter più, a vita, sentire la propria canzone,

così crudelmente orwelliano.

così.

mi guardo le braccia, mi guardo le gambe, ma è per la faccia che dovrei far qualcosa.

che non son mai stata così distante, persino da me.

che penso che non tornerò mai più. (da) dove, poi?

che l’anno scorso mi mettevano sensori per studiarmi in quanto aracnofobica,

e stanotte ho dormito con un ragno da un kg e mezzo nella stanza.

come raccattar milioni di stuzzicadenti.

o scossa di terremoto, e non far niente.

rigurgiti di verdena (niente).

e se pure qualcuno capisse, non gli importerebbe.

Lascia un commento

peyton sawyer mother docet

" Anche una bella canzone finisce.
Ma non per questo non val la pena di ascoltarla. "

che è così Altro dalla mia tenerezza dolorosa.

allora quelo è sette anni e mezzo della mia canzone preferita in loop

allora gli ultimi giorni qui son da ascoltare fino alla fine

la canzone dice che qui ho cucinato e fatto l’amore, vomitato e pianto e ballato come un orsetto, le lucertoline volano e le mele saltellano, a mattino si nuota e la sera accende il fuoco, lavastoviglie fa risacca, le yaris mettono le quattro frecce ma non tornano più, cadono metri di neve e non c’è acqua, 8 km e si vede il mare, si dorme sul divano e a mattina 10 gradi, si preparano esami e qui si torna senza catene nella bufera e il motore della polo non sarà più lo stesso, quelo dorme sugli scalini e sbarra gli occhi se cammino su che pare che caschi il cielo, la notte è grilli e stelle e un torrente invisibile e assordante a valle. qui era una scuola forse un secolo fa, i piccini davanti al caminetto, si fanno tre bracciate a rana e si galleggia come in mare, avrei voluto spaccarmi la testa contro il vetro, e molti amici, e qualche amore, e tutti gli stranieri che son stati qui.

e allora pure a casa qualcosa suona dolce, ancora,

un ad libitum che non sarà per sempre, è certo,

ma che vale la pena ascoltare,

fino in fondo.

Lascia un commento

marta sui tubi

e io ho fatto finta

di cercare

ancora una volta

una persona viva

tra le macerie

di un palazzo

che non è mai crollato

Lascia un commento

sold

 il (mio) panorama, incluso nel prezzo.

meno di un mese.

Comments (1)