stare male, stare male, stare male
stare, male, stare, male, stare, male.
dice il dottore che il cuore è perfetto.
dice, un dottore, che in gola non c’è niente.
dico, io, che sento qualcosa a deglutire,
dico, io, che il cuore non lo sento, che sento uno strascico,
nel cuore, dico, nel cuore ho la sporcizia.
lui, loro, dicono che non c’è niente.
ieri ho trovato due lavori, eppure io sto male, male, male.
non ho più la speranza che questo possa cambiare.
non ho più la speranza.
se sbaglio le parole e penso cento e dico dieci
allora il problema è nel cervello.
oppure nei polmoni. o nelle vitamine, o la tiroide,
quel coso sulla testa, io deficito.
non ho la forza di fare alcunché
trascino le giornate
radio3 – i volantini dei supermercati l’offerta sulle capsule dell’illy
io solo quello aspetto
c’è un orrore, un orrore a vivere che non saprò spiegare
un orrore a essere me, nei miei panni, nella faccia, nei pensieri
nella vita convalescente a vita (una poesia)
non c’è più, nessuna, poesia, che io possa mai essere capace di cogliere,
un giardino, verde, fiore, bellezza e luce bellezza che non sento
non mi dice e non risuona,
più, nessuna poesia.
orrore e disperanza.