il nove novembre è il giorno dell’anno, col senno di poi.
quei settantaquattro km, tra nevischio e diluvio,
sotto l’intonaco poco convincente, serata oscura,
nessuno che arrivava, mi hanno portato qualche cosa
che in quarantuno anni, mai.
il dodici dicembre potrebbe essere giorno gravido
di buone conseguenze, materiali e non,
ma niente a che vedere con quello che è seguito a quella sera.
e non ne parlerò, né qui, né altrove, e mi è prezioso che tutto questo
non abbia a che fare con sentimenti o sentimentalismo.
un’oasi, daniele disse bene, che fa meno greve, o lievissimo, il deserto.
direi che è tutto qui.