adesso sfumo un poco
Archive for agosto, 2011
non sono più io, sono me, sono me.
è solo dopo un anno che dormo di nuovo al giusto lato del letto.
forse sono analogica, forse solo compatta.
forse pulisco vetrine e porto dentro gente, famiglie, famiglie,
una molto antipatica, con lo zainetto verde not allowed.
forse la spora mi chiama e m'abbisogna e allora vado,
percorro, percorro, che dopo aulla c'è l'illycrema.
forse da napoli m'hanno rintracciato offrono pizza
che ci ho la lacuna e vedere il paesino col buco con me.
a ottobre ci vado, nel montepertuso,
per mare e per riposo per regalo che mi faccio
per i galli alla mattina, per la chiesa senza il tetto.
la cosa più bella ieri la dice un omino la sua bicicletta rossa appoggiata
dopo il treno che parte e io riposo un attimo sulla panchina laterale
la penso chiusa la mia faccia che si legge poiché dal nulla lui esordisce
la partenza è sempre il momento più duro
lo dice come conoscendo come avesse provato
la mia faccia che si legge e non sapevo
mi dice ho visto la tua espressione
farfuglio fortuna che adesso vado al lavoro
lui prende la bici e se ne va in direzione del platano gigante
mi dice da lontano grazie, m'hai emozionato anche me.
pensieri piani sono
che non pensavo la situazione igienica potesse,
ancora,
peggiorare,
sotto il letto il gatto canta,
ha mutande abbandonate, abbottonate, sbottonate, bottonate,
le mutande di muji in milano
dopo che tornavo col treno.
adesso non mi importa più nemmeno il nome dell'albergo
la stanza che cadeva l'ascensore col cartello
adesso non mi importa più
la stazione di brig solo divago, sempre, sempre collego e divago,
ma senza alcun sentire.
non ho esercizi di stile ho solo piano sentire
la torcia nella tasca quando m'avvicino a catenella
la gente si scansa buongiorno signori,
adesso ho pensieri piani aperitivi nel leclerc gatti su coscia
mi tocco il gomito dicendo ho male al ginocchio
mi dicono il terzo in inglese e barcollo
gli dico fai tu e sempre ti dovrò un favore
fa male per 1195 scalini
ricordo la coppia dei russi in babbucce lo sbaglio che ho fatto
quand'esco mi licenziano
ma intanto faccio photo con i'iphone
poi in fondo stava già deciso che non toccava a me
cosicché a volte è così che è la vita,
tutto quel mio brigare e patire,
quando nemmeno dovevo
e per due ore e tre quarti
ho pensato accipicchia dovevo
mentre guardavo la bionda mentre che odiavo la bionda.
per dire.
pensieri piani e gatti distesi a righe e pensieri distesi
palletta mi dice ma io sono un bimbo
palletta mi chiama per nome
palletta sullo scivolo è abbronzato e ben cresciuto
questa casa, nemmeno si crede a quel che è sotto a un letto,
paglietta,
zanzara sulla schiena, zanzara in procinto di mutande,
il mio piano sentire i miei panni lavati,
il piumone che adesso saluto a mai più oh mai più
ciao piumone degli anni novanta
tengo un ragno da giardino ma non un giardino
vasco brondi nello stereo tengo sonno e singhiozzo.
non uso più la parola
forse solo per scherzo, per serissimo scherzo
forse solo la penso
forse sola la sento.
Ode alla pausa pranzo l'ode al quaderno giallo mi basta di pensarci nemmeno occorre scriverci bla bla bla bla bla bla