Archive for novembre, 2022

lavorare, qui.

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ieri derapavo dato che gli abetonesi poco adusi alla salatura delle strade

oggi son bloccata qui, ma lo sapevo, solo che c’è una dacia lì sotto,

la mia, in quei parcheggi da film di paura, e io vorrei scappare,

però sarebbe sciocco, derapare, incunearsi nei dirupi,

ma, in questa bella bellissima camera d’albergo, di nuovo,

ma qui con grande lusso, io son piena di tristezza, che stranezza!,

mi manca casa mia, il gatto a righe, detesto stare in gruppo,

io proprio non so stare, e forse faccio pure troppo, che fatica, che fatica,

li mollo al tavolino, avranno poi sparlato, davvero me ne importa?

il direttore pare odiarmi, come tutti i direttori e come tutti i superiori,

non so perché m’hanno scelto, alla fin fine, per odiarmi, a quanto pare,

o forse è nella testa, è tutto nella testa, però il lavoro piacemi,

il lavoro toglie tutti li pensieri li sminuzza come puzzle

jigsaw falling into place cantavan i radiohead.

finisco per cambiare provincia, tutte le mattine, persino

cambio regione, invadendo l’emilia-romagna,

un po’ tutte le mattine, tranne quella di domani,

che sarò già qui, in toscana gomito gomito con l’emiliaromagna,

ah ah, “gomito”, infatti.

piccola mia, piccola me, stavolta devi farcela, è tutta una fatica,

ci ho problemi con le altre persone, ci ho problemi con me stessa,

ma (già detto), stavolta non ho scelta, ma pochi spicci in tasca.

devo imparare, cacchiolina, sia questa che altre cose.

e fuori è tutto bianco.

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le pre_visioni

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paremi esser qui da un decennio anzichécché giorni due.

stasera staccare alle 18 e un qualche cosa, vado a casa!, partire!

sbagliare la via, volte tre! navigata navigante nu poco poco sbandante

giorni due guidare non so più, fi-pi-li l’aeroporto di pisa

ma nel senso sbagliato cogliona! rigirarsi, sconfitta, sconfitta,

ma va’? ma va’. resto qui.

coop fi mi ha dato un pranzo (che ieri ho pranzato con gli squali)

(squali? squelli!)

  • una piccola nota, alla me stessa, son stanca ma sobria, che neanche bevo mai
  • seppur non si direbbe (wordpress mi fa gli elenchi, non so dire perché)

in sintesi, ci ho già voglia di mollare (ma va’? ma va’.)

coop fi mi dà couscous a pranzo e farro a cena con minimissime forchette

pranzo vista mare, cena vista un posto al sole, anzi tg3 toscana, o forse blob.

io, non sono, adatta, a niente.

io, c’è scritto capo nel contratto che ho firmato,

ma io capo di che cosa?

stanca e sconfitta, stasera, in camera d’hotel di un freddo boia,

io stanca e sconfitta, signorina dimissioni,

io che ho appena cominciato.

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cose per quattro giorni:

due telefoni & due caricatori, mac & caricatore, router & sim,

orologio & caricatore, token banca, sveglia radiocontrollata,

lumix & cavetto, firestick telecomando & caricatore,

radiolina & caricatore.

gli costo più di energia elettrica che di vitto e alloggio.

stazione barometrica da lasciare a casa, con un po’ di nostalgia.

la mia mini famiglia, quel piccolo grande gatto a righe.

adesso parto un poco.

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dove tristezza sta per: discreto giramento di coglioni

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tristezza per favore vai via

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la corsetta in mutande? porta a due voltaren.

la vitalba strappata? altri due voltaren.

la paura di bloccarmi, del tutto? e così fanno sei.

stupidina a strapazzarmi.

il contratto martedì, la formazione in affiancamento

ahah, neanche fossi un caccia, inteso come aereo,

-torpediniere, è il proseguo? può darsi.

quindi mi formano in albergo vista mare,

successiva settimana vista montagna invece

overlook hotel anche se il film non l’ho mai visto,

insieme a via col vento e blade runner

e prima o poi riparerò.

non so più come sto, a parte il fisico che perde i pezzi

stasera la fascia in vita la fascia in lana merino(s)

calzini di lana sopra pantaloni della tuta

elogio del rincalzato che fa vecchia e pure strega,

invece martedì avrò: pantaloni eleganti e stivaletti e magliettina,

metto pure lo smalto, se riesco a non sbavare, la crema colorata

e,

non sarò nei miei panni, ma tocca perché io firmo un contratto,

e mi impegno a sopportare questa volta

poiché debbo, mettendo (quasi) tutti li soldi in ettari dieci di bosco,

cosa che non pensavo di fare,

cosa che mi obbligherà, spero bene, fino a pasqua,

ad oltre 1500 metri in altezza, cadrà la neve, presumo,

non oso pensare troppo in là, sarà bello oppure atroce,

ma debbo farcela, stavolta.

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