Posts Tagged idioteque

voglia di piangere e di tabacco e di boccetta
e andare a letto e niente yoga e piangere
e prendermela con me
mi sono fatta tutto il male, senza incisioni
mi son portata il conto e ho lo scoperto
sciocca sciocchissima me
che dico e dico ma quel che è peggio credo
a quel che dico
poi piango con l'occhio solo
pranzo freddina col papà che c'entra nulla
cretinissima me
30 al bisogno
vado a schiantarmi a letto
non mando pdf alle agenzie
non mando il mio curriculum
mai più
niente mi merito
tranne che
tutto questo
e peggio
e il peggio
e basta.

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il Vero Dramma,
è che mi vedo
i Meccanismi.

(ma non mi so smontare)

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infinite jest

ognuno
si diverte
come può.

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today sucks

no, stamani non ci siamo.

e tocca ammetterlo, ho una specie di frangia.

non che non possa cancellare,

stavolta pure,

ma è gioco che stanca, ormai.

e ho perso una pecora doppia.

e fanculo, un po’ a tutti.

33

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fed up

mi arrendo.
(basta)

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marlene kuntz (again)

la tua fine
in me
crescerà
come un’onda

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the eraser

cancellato.

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che caso umano

sto per uscire tre ore prima del normale

per un surplus di nonsenso

che tornerà buono

per pagar l’affitto

the panic & the vomit

non si sfugge al plagio di se stessi

proust docet,

as usual.

cretina.

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te pareva

ma che gran voglia di prendermi a calci nel culo

Comments (2)

please remember

mal voluto

non fu mai troppo

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waiting for the miracle to come

qualcuno che non abbia paura di perdersi.
qualcuno che sappia orientarsi.
qualcuno che conosca Damien Rice.
qualcuno che non chieda ma sei capace di fare la canna?
qualcuno capace di fare una canna.
qualcuno capace di fumare una canna.
qualcuno che non dica ma ne fumi un’altra.
qualcuno che non dica ti fa male.
qualcuno che non dica non è che stai esagerando.
qualcuno che non dica capellacci.
qualcuno che non dica cento volte che brutto posto.
qualcuno che non chieda ma c’è gente che viene in vacanza qui.
qualcuno che monti in macchina con me.
qualcuno che non dica prendiamo due macchine.
qualcuno che prenda in prestito i miei libri.
qualcuno che mi dia il suo indirizzo.
qualcuno che di notte al mare come minimo ci metta i piedi dentro.
qualcuno che preferisca scrivere a me che non al suo blog.
qualcuno che non abbia un blog.
qualcuno abbastanza sicuro di sé da non dover fare il piacione con dozzine di donne.
qualcuno che non dica "che figata".
qualcuno che non chieda sei toccabile.                                                              
qualcuno che non dica "salviettone".
qualcuno che non insinui "espedienti".                                                              
qualcuno che non dica "pinetto".
qualcuno che ami camminare.

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di questa notte atroce.

o di quel che ne ricordo.

stamani bocca gonfia tumefatta come da troppi baci
strano, ma non più di tutto il resto

stanotte ho misurato un attaccamento che non finiva più
mai nella vita tanto straziata da così -poco-
"e non parlo di te io parlo d’altro"

qualcosa di quella notte a Lérida,
qualcosa di quella notte a Puigcerda,
e di un pomeriggio a Barga
dodici anni fa, probabilmente luglio –
più o meno lo stesso numero di sigarette.

ma quello era davvero altro, che questo non è.
che son la stessa, o forse di più
tutte le fole che mi son raccontata negli ultimi anni  
e non so che ricordo ne terrò,   
mi dirò seminferma
mi dirò ti ricordi quella nottegiàmattina?

i sogni che riesco a fare – intorno a un tavolo
non persone ma avatar – che mi hanno data in pasto – 
che le persone sono numeri di targa
vi conosco, gli orari, la strada che fate,
ma dentro non guardo mai.
persone che non incrocio da anni avran cambiato macchina
presumo.

una volta erano inchiostro calligrafia
sempre la stessa busta.  
adesso sono byte
quasi mai reali
lancetti ha triturato verdure per polpette di tacchino ai semi di girasole,
qualche testimone?

c’è che quest’anno mi fa male ogni ricordo di viaggio
d’infanzia di mario di roma di b.
non è normale, diventa troppo faticoso.         

so dire che il 9 agosto son stata felice, mutande rosa e canottiera gialla
dove è rimasta macchia di vino,
nel mare, di notte, a galleggiare ubriaca.
che il 13 luglio son stata felice, seduta fuori sui gradini,
perché era il mio matrimonio, quello,
per l’emozione ed i regali e non ne voglio alcuno.
che dolore è stato il 3 giugno che han detto degenerazione,
e il 28 ottobre che ha detto superficialità.

e di quest’anno, che resterà?

stanotte ho dormito un’ora.

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last but not least

ma vaffanculo.

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