pensavo
non ho più tempo di legger libri
così leggo persone, molte, ogni giorno,
con convinzione mia di riuscire a leggerle,
tranne quell'una, ovviamente,
tutte quelle persone, tutti i giorni,
coppie scoppiate con bambini bellissimi, davvero,
anziani per la mano gente oscenamente vestita e pensante
e volgare che fa le foto a stalattiti con l'iphone
che odio perché non deambula come dovrebbe avviandosi all'uscita
indugia si ferma fa mille foto che nemmeno guarderà
per farne cosa per sentir cosa per trattenere, cosa?
poi ci sono quelli gentili e/o forbiti quelli che toccano
e non si deve e io l'ho detto giusto prima dell'entrata
però io li leggo tutti, tranne i libri, che continuo a comprare
e pesano sulla cartasì a quanto pare, quasi ottocento euro,
ecco svelato il residuo, sui sessanta euro,
pare che spenda quello che ancora non guadagno
ma non m'importa, ovviamente.
stanotte dopo aver vomitato stringevo kaloo come non facevo da tempo.
iersera alle dieci stavo sottocoperta col cuore impazzito
pensando di morire d'infarto, ovviamente,
riflettendo, come sempre, sul fatto che non ciuccio più la lingua
come segno di tenerezza, di mio intenerimento,
facendo il conto che su una decina di persone, lassù,
io sono l'unica che non ha figli e/o compagno,
ovviamente domandandomi il perché.
poi stamani ho pensato che a metter tutta la dolcezza dentro al frigorifero
le formiche non arrivano più, ovviamente,
neanche se manco da casa per giorni,
ma le cose, pure, non son più così buone,
dolcezza raffreddata non rende non rinviene
in quanto estratta solo nel tempo di colazione, che è breve,
poi pensavo che la parte incastrata che tenevo a salvare,
non andava più avanti né indietro, e fottuta fotteva
marcescente ovviamente,
così si è dovuto, mi pare, spolpare la polpa, dopo avere inciso e spellato,
e dopo il muscolo, la polpa, dicevo,
cartilagini e spezzare l'osso o meglio seghettarlo con tempo e con strazio e fatica
ma poi ho lasciato lì, quel che mancava, quel che restava nell'incastro,
a rinsecchire a suppurare, e mi son tenuta il moncherino, è rimasto,
e come sempre accade si allucina la parte mancante che tuttora duole, ovviamente,
ma immagino dovessi liberarmi, era tempo,
non so almeno per andare a lavorare, la mattina, o la domenica con un più trenta per cento
pasqua pasquina e pasquetta
che tanto sarei stata da sola, ovviamente, o coi parenti dei parenti,
che nemmeno mi invitavano, alle volte
e se, e solo se, perché ero presenza dovuta, ovviamente,
così quest'anno che lavoro sarà meglio per tutti, per me che faccio un più trenta per cento,
nella busta che non è una busta vera, ovviamente, sebbene io lo pensassi.
la busta stava in una busta, però, e stamani ho cambiato l'assegno
per sopperire a quei sessanta euro di stamani
un centone che m'ha mandato sotto, ovviamente,
per via del saldo contabile, ma che importa,
che ci ho comprato le cingomme e sigarette,
poi stasera ci ceniamo e ci vediamo quel moretti,
con gioia, dopo le mille lavatrici che ho da fare,
mentre i panni li porto a stirare a tereglio, ovviamente,
poiché mercoledì e giovedì di nuovo in giri e poi il lavoro,
e poi da sola la sera, e ovviamente.

Lascia un commento